Quest’anno, per i Campionati Ticinesi, l’allegro carrozzone di orientisti si è trasferito… in Italia. Ok, a prima vista può sembrare paradossale, ma il vero amante della CO non pone frontiere alla sua sete di nuovi boschi e territori da esplorare, ed anche in questa occasione la sua brama è stata appagata. Ma andiamo con ordine…

Si corre a Cunardo, località appena fuori Ponte Tresa, già nota – a dire il vero – al Gotha orientistico del nostro Cantone. A Cunardo, si è infatti organizzato l’anno scorso il Poker Ticino. A Cunardo, due Società hanno già fatto un campo pasquale. Insomma, si tratta sicuramente di uno dei luoghi più « in » degli ultimi anni. Potremmo chiamarla la Sharm-El-Sheik della CO oppure la Ibiza di bussole e lanterne. Io a Cunardo non c’ero mai stato (ma come ?!? AJD, caro, sei proprio « out » !) e la lacuna andava colmata.

Ma veniamo alla gara… La giornata, un po’ grigia per la verità, è stata rischiarata dalla simpatica e calorosa accoglienza dell’Unitas… ci si potrebbe chiedere come hanno fatto, in così pochi, ad organizzare un CTCO così bene. È la prova che passione e forza di volontà smuovono le montagne ! E veniamo, qui, alla domanda fondamentale che tutti si sono posti almeno una volta nella giornata : ma il Tepa,  ha ricevuto il dono dell’ubiquità ? L’abbiamo visto in 3 posti e 4 funzioni diverse nello stesso momento…

Si correva su di una nuova cartina, in un bosco pulito e interessante, ma soprattutto estremamente veloce : la prima parte di gara della mia categoria (HAK) era piuttosto semplice, con riferimenti chiari, buone linee direttrici da seguire (tra cui diversi sentieri) e diversi punti posti su oggetti particolari chiaramente identificabili. Tutto bene, dunque, nonostante due imprecisioni al punto 6 (vedo un po’ in ritardo il sentiero giusto) e all’8 ( commetto uno svistone galattico su di una tratta brevissima). Seguivano due tratte lunghe, soprattutto quella tra il punto 10 e il punto 11, in cui si costeggiavano diverse colline molto visibili e in cui era fondamentale leggere bene le forme del terreno. In particolare, il mio percorso girava dietro un grande collinone per poi farci tornare indietro verso la zona dell’arrivo. Le ultime tratte non presentavano particolari difficoltà, a parte la 14-15 (penultimo punto !) nella quale ho lasciato diverso tempo (e compromesso quindi la gara), lasciandomi un po’ traviare da una zona di bosco che – a parer mio – era un po’ più verde rispetto al disegno in cartina.

In un bosco così, era fondamentale elaborare velocemente delle scelte di percorso efficaci e questo ha reso la competizione (nonché il confronto post-gara delle varie scelte) molto arricchente. Alla fine, a spuntarla (almeno da noi) sono stati i corridori che avevano il giusto mix di competenze tecniche e di prestanza fisica. Io mi sono situato a metà classifica, senza infamia e senza lode a causa delle imprecisioni già citate e di una condizione fisica non proprio ottimale… Ma il bello della CO è anche questo : vinci se sei perfetto e questo ti spinge a dare il meglio di te. E soprattutto : alla fine della gara c’è sempre un qualche amico da rivedere, una qualche chiacchiera da fare o un aneddoto da raccontare, ed è un piacere passare una domenica pomeriggio così.

Ci si vede, dunque, fra due settimane in quel di Tesserete per il finale di stagione (eh già… il tempo vola!), nella speranza che alcuni scommini più giovani, che ultimamente latitano un po’ alle gare, vogliano vincere la loro timidezza e lanciarsi con noi più grandicelli alla ricerca delle tanto agognate lanterne !

AJD